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A Roma esiste la “Porta Magica” ma soltanto i veri romani la conoscono: bellissima, come visitarla

Questo monumento enigmatico, carico di simbolismi e iscrizioni misteriose, continua ad affascinare studiosi, appassionati di esoterismoOrigini e contesto storico della Porta Alchemica(www.public.it)

Nel cuore della capitale italiana, si erge ancora oggi l’unica testimonianza rimasta delle antiche pratiche alchemiche del XVII secolo.

Questo monumento enigmatico, carico di simbolismi e iscrizioni misteriose, continua ad affascinare studiosi, appassionati di esoterismo e visitatori da tutto il mondo. Scopriamo le origini, la posizione attuale e le curiosità che circondano questa straordinaria opera.

La Porta Alchemica fu costruita tra il 1655 e il 1681 per volontà del marchese Massimiliano Savelli Palombara, nobile romano e appassionato di alchimia. La porta faceva parte della sua residenza, la villa Palombara, situata sul colle Esquilino, nell’area corrispondente all’attuale piazza Vittorio Emanuele II. Oggi, la porta è collocata nei giardini di questa piazza, unica superstite delle cinque porte originarie della villa.

L’interesse di Palombara per l’alchimia si intreccia con la sua frequentazione della corte di Cristina di Svezia, avvenuta a partire dal 1656 nella dimora di Palazzo Riario (oggi Palazzo Corsini) sul Gianicolo. Cristina, ex regina convertitasi al cattolicesimo e rifugiatasi a Roma, era una fervente cultrice di scienza e alchimia, istruita da filosofi come Cartesio e supportata da un laboratorio gestito dall’alchimista Pietro Antonio Bandiera.

Palombara dedicò a Cristina il poema rosicruciano La Bugia nel 1656 e, secondo la tradizione, la Porta Alchemica sarebbe stata eretta nel 1680 per celebrare la riuscita di una trasmutazione alchemica sperimentata proprio nel laboratorio di Palazzo Riario.

La leggenda del pellegrino e il mistero delle iscrizioni

Una delle storie più affascinanti legate alla Porta Alchemica è quella narrata dall’erudito Francesco Girolamo Cancellieri nel 1802. Racconta la leggenda di un pellegrino chiamato stibeum (dal latino per antimonio), identificabile con l’alchimista Giuseppe Francesco Borri, che trascorse una notte nella villa Palombara alla ricerca di un’erba magica capace di produrre oro. Al mattino, il pellegrino scomparve misteriosamente attraverso la porta, lasciando dietro di sé alcune pagliuzze d’oro e una carta piena di simboli criptici, contenente il segreto della pietra filosofale.

Il marchese Palombara, incapace di decifrare quei simboli, decise di renderli pubblici incidendoli sulle cinque porte della villa e sulle mura della residenza, sperando che un giorno qualcuno sarebbe riuscito a svelarli. Alcuni studiosi ipotizzano che questa misteriosa carta possa essere collegata al celebre manoscritto Voynich, un codice alchemico e indecifrabile appartenuto al re Rodolfo II di Boemia e passato successivamente nelle mani di personaggi come Athanasius Kircher, uno degli insegnanti di Borri.

La porta è ricoperta di simboli alchemici che riflettono la filosofia esoterica del Seicento. Il fregio principale,

Simboli, iscrizioni e il significato esoterico (www.public.it)

La porta è ricoperta di simboli alchemici che riflettono la filosofia esoterica del Seicento. Il fregio principale, con due triangoli sovrapposti e iscrizioni latine, rappresenta un simbolo dei Rosacroce, simile a quello presente nel libro Aureum Seculum Redivivum di Henricus Madatanus, pubblicato nel XVII secolo.

Un elemento centrale è il sigillo di Davide inscritto in un cerchio e sormontato da una croce e un “oculus” (occhio), simbolo del Sole e dell’oro. Questo simbolo richiama anche l’immagine della piramide con l’occhio presente sulla banconota statunitense da un dollaro, suggerendo un’ispirazione comune a testi esoterici del periodo e un collegamento simbolico con gli Illuminati di Baviera, società segreta nata poco dopo.

Gli stipiti della Porta Alchemica riportano i simboli dei sette pianeti associati ai metalli, secondo la tradizione alchemica: Saturno-piombo, Giove-stagno, Marte-ferro, Venere-rame, Luna-argento, Mercurio-mercurio. Ogni pianeta è accompagnato da un motto ermetico, suggerendo un percorso spirituale di trasformazione e illuminazione.

Tra le iscrizioni più celebri si trova sulla soglia la frase bifronte in latino “SI SEDES NON IS”, che può essere letta sia come “Se siedi non vai” sia “Se non siedi vai”, simbolo della scelta tra immobilismo e movimento, stagnazione e progresso.

La posizione attuale e come visitare la Porta Alchemica

Originariamente collocata lungo il muro perimetrale della villa Palombara, vicino all’incrocio tra via Carlo Alberto e via di San Vito, la Porta Alchemica fu smontata nel 1873 e ricostruita nel 1888 nei giardini di piazza Vittorio Emanuele II, dove tuttora si trova. La posizione attuale è accanto a un antico muro della chiesa di Sant’Eusebio, nel quartiere Esquilino, facilmente accessibile ai visitatori.

La visita alla Porta Alchemica è gratuita e rappresenta un’esperienza unica per chi desidera immergersi nei misteri dell’alchimia e nella storia segreta di Roma. Numerose guide turistiche e associazioni culturali organizzano percorsi tematici dedicati a questo straordinario monumento, arricchendo la visita con approfondimenti storici e interpretazioni simboliche.

Palombara e i suoi ospiti, tra cui l’alchimista Borri, incarnano un’epoca in cui scienza, magia e filosofia si intrecciavano, lasciando un’eredità enigmatica e affascinante che la Porta Alchemica continua a raccontare con il suo linguaggio simbolico indecifrabile.

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