Food e Travel

Cenare con la frutta, cosa dicono (davvero) i nutrizionisti: attento a come lo fai

Secondo la dottoressa Lombardo, scegliere di cenare solo con la frutta può portare a una riduzione dell’apporto calorico,Effetti di una cena composta solo da frutta sul peso e sulla salute (www.public.it)

Mangiare solo frutta a cena è una pratica comune, ma cenare esclusivamente con la frutta è davvero efficace e salutare?

Secondo la dottoressa Lombardo, scegliere di cenare solo con la frutta può portare a una riduzione dell’apporto calorico, grazie al suo basso contenuto energetico e all’elevata presenza di acqua e fibre, elementi che favoriscono il senso di sazietà. Tuttavia, questa strategia non costituisce un approccio efficace per una perdita di peso sana e duratura. La frutta, infatti, sebbene ricca di vitamine, minerali, antiossidanti e fitonutrienti, non fornisce proteine né grassi essenziali, nutrienti fondamentali per il mantenimento della massa muscolare e per le funzioni fisiologiche dell’organismo.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda un consumo minimo di 400 grammi di frutta e verdura al giorno, ma non suggerisce di limitarsi a questi alimenti in un unico pasto. La carenza prolungata di proteine e grassi salutari, dovuta a una cena esclusivamente fruttata, può portare a squilibri nutrizionali e conseguentemente a effetti negativi sulla salute, come perdita di massa muscolare e alterazioni metaboliche.

Rischi associati al consumo esclusivo di frutta a cena

La nutrizionista Lombardo mette in guardia da alcune criticità legate a questa abitudine. In particolare, la frutta, fatta eccezione per l’avocado, è povera di grassi buoni, indispensabili per la salute cardiovascolare e cerebrale. Inoltre, la mancanza di proteine può compromettere la rigenerazione cellulare e la salute muscolare. Un pasto serale troppo scarso o sbilanciato può anche influenzare negativamente la qualità del sonno, elemento cruciale per il benessere generale.

Altro aspetto da considerare è l’impatto glicemico: consumare frutti ad alto indice glicemico come fichi, cachi, uva e banane può provocare aumenti della glicemia, con potenziali rischi per chi soffre di diabete o insulino-resistenza. In questi soggetti, l’attenzione nell’assunzione di frutta è particolarmente importante per evitare squilibri metabolici. Chi è affetto da colon irritabile o disbiosi intestinale potrebbe inoltre sperimentare disturbi digestivi legati a un consumo eccessivo di frutta la sera.

Non tutta la frutta è uguale e la scelta dovrebbe basarsi su esigenze personali e distribuzione dei macronutrienti durante la giornata

Come scegliere la frutta giusta e integrare la cena(www.public.it)

Non tutta la frutta è uguale e la scelta dovrebbe basarsi su esigenze personali e distribuzione dei macronutrienti durante la giornata. La dottoressa Lombardo consiglia di preferire frutti a basso indice glicemico e ricchi di fibre, come mele, pere, prugne e kiwi, e di limitare il consumo di quelli più zuccherini. Consumare frutta di stagione, come mele, pere, mirtilli e melagrana in autunno, garantisce un apporto nutrizionale ottimale e sapori più autentici.

La frutta può essere inserita nei pasti diurni come spuntino salutare, contribuendo a regolare la digestione e prevenire la stipsi, oppure come dolce naturale dopo cena, aumentando la sazietà senza eccedere nelle calorie. L’importante è osservare come il proprio organismo reagisce alla frutta nei diversi momenti della giornata e non esagerare nelle quantità.

Per un pasto serale equilibrato, la nutrizionista suggerisce di bilanciare sempre tutti i macronutrienti: proteine (carne, pesce, uova, legumi, tofu), carboidrati complessi integrali (pane, pasta, riso, quinoa) e grassi salutari (olio extravergine d’oliva, noci, semi). Questo approccio promuove una digestione efficiente, il mantenimento del peso forma e un sonno di qualità.

Frutta e diabete: come gestire il consumo

Un tema spesso dibattuto riguarda il consumo di frutta nei soggetti diabetici, a causa del contenuto di fruttosio, uno zucchero semplice. La dottoressa Ilaria Prandoni, biologa e nutrizionista, chiarisce che non esistono divieti assoluti, purché la frutta venga integrata in una dieta bilanciata e ben organizzata. Le linee guida raccomandano tra due e tre porzioni al giorno (circa 150 grammi), ma per frutti particolarmente zuccherini come banane, fichi, uva e cachi è consigliabile limitarsi a 100 grammi per porzione.

Per ridurre l’impatto glicemico, è fondamentale non consumare la frutta a digiuno o in sostituzione dei pasti. Si suggerisce invece di abbinarla a cibi ricchi di fibre, proteine o grassi salutari, come frutta secca o yogurt, per attenuare il picco glicemico postprandiale. È invece sconsigliata la frutta sciroppata e i succhi industriali, che contengono zuccheri aggiunti, mentre le spremute fresche possono sostituire una porzione di frutta una volta al giorno, pur offrendo una minore sensazione di sazietà.

Change privacy settings
×